sabato 9 ottobre 2010

Eolico nei Nebrodi: arrestato il Sindaco di Raccuja

Il meccanismo è sempre lo stesso. Un’azienda con una convenzione regionale che mette i soldi per costruire un parco eolico. Sul posto un faccendiere locale, che si occupa del disbrigo pratiche, delle autorizzazioni e soprattutto di procacciare i terreni su cui impiantare le pale eoliche. È poi il movimento terra, i lavori di sbancamento, di costruzione delle piazzole.
Nel piccolo comune di Raccuja, in provincia di Messina, sui monti Nebrodi a pochi passi dal parco naturale l’arrivo di una holding dell’eolico, con tanti soldi da investire, ha fatto venire l’acquolina in bocca a molti. Ma se in altre parti della Sicilia e del sud Italia, l’affaire eolico è stato subito fiutato da organizzazioni criminali di stampo mafioso, trasformando un’occasione di sviluppo sostenibile in speculazione,  nel piccolo comune di Raccuja ad arrivare prima è il Sindaco.  
Cono Salpietro Damiano è il Sindaco di Raccuja, eletto a capo di una lista civica di ispirazione di centro-destra,  finito in manette nell’ambito dell’Operazione Eolo, con l’accusa di concussione, il reato più grave tra quelli previsti contro la pubblica amministrazione. Sette sono invece gli imprenditori indagati tutti operanti nel settore edile e del movimento terra.
Ad eseguire il provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Patti sono stai gli agenti della polizia di Stato di Capo d’Orlando e dell’arma dei carabinieri di Patti e Raccuja su richiesta della Procura della Repubblica di Patti.
Le indagini sono iniziate nel 2009 e hanno preso avvio da alcune denunce su presunte irregolarità nella gestione degli affidamenti dei lavori di realizzazione dell’impianto e del movimento terra e sullo spostamento anomalo di  alcune torri anemometriche. Due filoni d’inchiesta, il primo gestito dai Carabinieri e il secondo dalla Polizia, entrambi per concussione e condotti in perfetta sinergia e collaborazione tra le due forze di polizia, come sottolineato dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Patti, Rosa Raffa.
Secondo l’accusa, dopo l’originaria convenzione stilata nel 2002 tra l’ “Api Holding” (società concessionaria), poi divenuta “SER” e “SER 1” ed il Comune di Raccuja, il sindaco SALPIETRO, avrebbe “abusato della qualità e dei poteri riconnessi alla funzione di primo cittadino, costringendo e minacciando una serie di comportamenti ostruzionistici, la società “Maltauro” a rescindere i contratti con le ditte di fiducia al fine di far ottenere i lavori in sub-appalto alla società “M.T.P””. La “Maltauro” è la società incaricata di individuare le ditte locali che devono realizzare i lavori. Queste devono rispettare determinati requisiti tecnici. Inizialmente l’incaricato ricade su una Ditta specializzata di Terme Vigliatore (ROAN SRL) che a sua volta subappalta alla Marino Ter Srl.
A questo punto, secondo l’accusa, arrivano pressioni politiche e non solo.  La Maltauro sarebbe stata costretta dalla concessionaria madre (S.E.R.) a rescindere i contratti con tali imprese e ad incaricare la “ASTONE COSTRUZIONI s.r.l.” con sede ad Ucria.
L’ASTONE COSTRUZIONI, a sua volta, aveva subappaltato i lavori alla “M.T.P.” una cooperativa di lavoro di Raccuja costituita da Tripoli, Manera e uno dei Palazzolo, ditta che inizialmente era stata scartata dalla “Maltauro” poiché priva dei requisiti tecnici necessari ad effettuare tali lavori.
Un giochetto che era costato una maggiorazione dei costi con un esborso aggiuntivo, rispetto alle altre ditte già individuate, di circa 200.000 euro.
Nel corso dell’indagine sono emersi svariati profili di parentela, affinità e di cointeresse tra i protagonisti della vicenda e, soprattutto, rapporti politici tra Riccardo Palazzolo, rispettivamente figlio e nipote di consiglieri di maggioranza vicini al sindaco. Calogero Manera è invece di cognato Giuseppe Astone mentre Carmelo Palazzolo, consigliere di maggioranza dopo essere transitato nel 2008 dal gruppo di opposizione.
Ma l’azione del Sindaco non si sarebbe fermata a favorire gli amici, è andata oltre. Il secondo caso di concussione sarebbe quello di aver imposto in maniera unilaterale alla ditta “S.E.R.” lo spostamento di un aereogeneratore nella particella accanto, un terreno intestato ad un parente. Per tale episodio è indagato insieme al fratello. Lo spostamento (di 200 metri) era stato motivato con motivi paesaggistici nonostante tutte le autorizzazioni in possesso avevano valutato positivamente l’impatto ambientale. La S.E.R., nonostante l’aggravio economico, “nello spirito di rinnovata collaborazione con il Comune di Raccuja” ha spostato il generatore. Un’operazione che avrebbe fruttato un canone di affitto dai 3.000 ai 4.000 euro l’anno per 29 anni.
Tiziano Granata